La rivoluzione mancata di De Magistris

Veduta_panoramica_di_NapoliAbito a Scampia e la settimana scorsa nel mio palazzo hanno girato una scena di Gomorra. Non credo di fare particolari danni di spoiler perché non hanno ripreso niente di che. Il vero colpo di scena cui abbiamo assistito, l’evento inaspettato che nessuno avrebbe mai potuto immaginare, è stato un altro. Non riesco nemmeno a descrivere lo stupore e la sorpresa con i quali ce ne stavamo affacciati a guardare quello che mai pensavamo potesse verificarsi. Stavamo là: sguardo bovino, bocca aperta e faccia incredula, a guardare quegli uomini che, proprio sotto al nostro palazzo, mettevano in atto la più stupefacente delle messe in scena: spazzavano il marciapiede.

Hanno spazzato, hanno pulito, hanno sistemato i giardini che in genere sono evocazioni dell’Amazzonia. Addirittura l’aria pareva tirata a lucido. Lì ho pensato una cosa brutta: è bello essere dei privilegiati, per una volta. Già, perché siamo stati dei privilegiati visto che nemmeno il palazzo di fronte, non interessato dalle inquadrature, ha potuto godere del medesimo trattamento. Scherzi a parte, in quest’inizio di riprese di questa ennesima serie della fiction si sta verificando un fenomeno stupefacente: Scampia si sta facendo bella. Le strade vengono sistemate (solo alcune), si stanno ridipingendo i palazzi (solo in parte, nel senso che solo una parte di un palazzo stesso: quella inquadrata) e i cancelli (solo alcuni, quelli che verranno nelle inquadrature), si stanno ripulendo le aiuole, anche se solo quelle scelte come set, mentre nelle altre che non avranno la stessa dignità si potrà mettere in scena un sequel di Apocalipse Now e sentirsi in piena Cambogia.

Questo racconto era solo una premessa, ed era la premessa di un articolo sulla mancata rivoluzione di De Magistris a Napoli. Non condivido gran parte degli argomenti delle critiche al Sindaco. C’è chi se la prende con lui per le buche per strada, chi perché Piazza Municipio è assolata, chi perché i trasporti pubblici (figli di tagli scellerati nazionali e regionali) non funzionano, chi perché la gente non alza i bisogni dei cani, chi perché ogni tanto le strade sono colme di rifiuti ingombranti (che evidentemente non butta il Sindaco ma qualche concittadino, ma tant’è), chi perché con la ZTL non può muoversi a prescindere in auto senza tenere conto di traffico, inquinamento e abbassamento della qualità della vita. Insomma, un bel po’ di ragioni del tutto vacue e in linea di massima strumentali sono il vessillo di un’opposizione che non so se è più degradante (per i termini) definire intellettuale o politica.

Poi ci sono i difensori. Quelli che “il lungomare liberato”, “mai visti tanti turisti”, “la Ztl”, “una città europea”, “la Guzzanti”, “l’America’s Cup”, “la Rivoluzione Arancione”, “gli artisti di strada” e tutto il resto. Tutto molto bello, veramente. Se c’è una cosa che bisogna riconoscere a De Magistris è aver rivitalizzato una parte della città. È oggettivo. Me lo ricordo il centro storico di Napoli cinque anni fa, lo so bene che era un mortorio mentre camminarci ora è bellissimo: ci sono gli artisti di strada, ci sono molti più locali, c’è la movida, c’è gente ovunque e non assembramenti da sardine in singole piazze, ci sono turisti dappertutto, quasi te li ritrovi in braccio e non puoi fare due passi di seguito che ci sono loro che, a frotte, bloccano il flusso di persone. È tutto vero, ed è tutto bellissimo.

Quello che è un po’ meno bello, per una come me, è tornare a casa la sera dal centro storico e ritirarsi a Scampia. Ecco, qua pare che i cinque anni di cui sopra non siano passati. Da noi il tempo è fermo, cristallizzato da chissà quanto tempo. Il mio quartiere è lo stesso da quando me lo ricordo, non c’è nulla che sia variato nel tempo. I pochi negozi, salvo rare eccezioni, sono salumerie o mercerie. Dopo le otto di sera è difficile vedere gente per strada. Non c’è niente da fare se non stare a casa o, al massimo, mettersi in macchina e andarsene, appunto, in centro. Le fermate degli autobus, abbandonate alla punizione del sole per le pensiline divelte, sono sempre le stesse. Le strade sporche, i giardini ingombri e incolti (salvo qualche iniziativa degli abitanti), pure. La disoccupazione giovanile resta alle stelle e anzi il dato è peggiorato dalla crisi (quella però non la imputiamo al Sindaco). Non esiste un piano di attività per togliere i ragazzini dalle strade o meglio, farceli stare senza che si mettano in brutti giri, se non per l’impegno di pochi che dedicano la propria vita alla cosa. Scampia è la stessa di cinque anni fa, di dieci anni e, ma lo posso solo presumere, la stessa di sempre. Così come tutti gli altri quartieri della sterminata periferia napoletana.

Che voglio dire? Non esiste, evidentemente, indicatore più netto del fallimento di un progetto politico. Io mi rendo conto che il centro storico è bello, e che poter passeggiare vicino al mare è un diritto che ci eravamo scordati di avere, così come lo è non avere cumuli di spazzatura alti tre piani. Ma questa non si chiama e non si può chiamare “rivoluzione”. Non posso non guardare alla mia città dalla mia angolazione. La guardo non dall’alto ma da Nord, e mi dico che tutti questi miglioramenti per me sono lontani. Inutili. A me non è toccato niente, se non indirettamente. Bisogna essere esigenti con chi fa politica, cercare di esulare dai discorsi di buon senso, del meno peggio, e anche se parliamo di qualcuno al quale avevamo dato fiducia (e io quattro anni fa ne avevo tanta), bisogna che ci diciamo le cose come stanno. Le periferie della mia città testimoniano in maniera lampante il fallimento del progetto amministrativo che l’ha governata e, chiunque si appelli a dati di contorno per confutare questa cosa, utilizza degli specchietti per le allodole.

Del resto sono mesi che è in atto una guerra di camorra che imperversa tra le periferie più dimenticate e le strade del centro, che arma dei ragazzini poco più che adolescenti e li fa ammazzare tra di loro, e non è stato fatto e non è in programma nulla di efficace per contrastare il fenomeno. Solo a luglio, tra centro e periferia, ci sono state sette sparatorie, quattro morti e quattro feriti. Il sangue scorre per le strade della città e, in linea di massima, è sangue di ragazzini. Li chiamano “babyboss” perché “figli del fallimento della prospettiva di un’alternativa credibile per i giovani in questa città” è troppo lungo, ma è questo che sono. Ed è bene che qualcuno cominci ad assumersi delle responsabilità politiche, ma delle responsabilità politiche serie.

Io non sono contro il populismo a prescindere; secondo me può avere un senso trovare dei modi per veicolare in maniera facile e plateale dei messaggi complessi, facendolo in modo che facciano leva su chi deve riceverli. Ma è indispensabile che alla base delle belle parole ci sia capacità di azione politica. È molto bella la solidarietà alla Palestina, ma Davide Bifolco è morto a un posto di blocco proprio come potrebbe morire un palestinese, e il Sindaco non ha fatto altro che adottare l’area verde vicina al luogo in cui è stato ammazzato. Come se i problemi dei ragazzini del Rione Traiano siano estetici e vadano sistemati i giardinetti, e non politici e di amministrazione di un pezzo di città dimenticato da dio e dalle istituzioni. Sono molto belle le dichiarazioni di antifascismo, ma Casapound ha una sede e organizza iniziative a Napoli, e gli unici che si oppongono sono i movimenti cittadini. Gli stessi movimenti che avevano dedicato una targa a Iolanda Palladino, ammazzata da mano fascista a via Foria, strada in cui sta la sede di Casapound. La targa è stata rimossa, e nonostante il segnale più importante e forte sarebbe stato che fosse apposta nuovamente, ma dal Comune stesso, a Iolanda è stata tributata solo una corona d’alloro e nessuna intestazione ufficiale. È molto bello il protocollo d’intesa con Kobane che si è liberata dall’Isis, ma andate a scrivere “Sparatoria Napoli 2015” su Google e fatemi sapere quante ne contate.

Potrei andare avanti a lungo, ma credo che il punto sia chiaro. Io lo so che De Magistris ha ereditato una città difficile. So pure che l’ha amministrata sicuramente meglio di chi lo ha preceduto. I conti in ordine, i pagamenti ai fornitori, le iniziative culturali, so tutto. Ma la riuscita o il fallimento di un progetto politico di una città come Napoli non possono essere stabiliti dagli stessi valori che potrebbero valere a Berna. È evidente che camminare per Scampia ora e farlo quattro anni fa non avrebbe destato alcuna differenza. La stessa cosa vale per Ponticelli, Barra, San Giovanni. Lo stesso vale per Fuorigrotta, Soccavo, Pianura. E a questo punto, da un paio di mesi, pure Forcella, che della città è il cuore. A me spiace dirlo perché mi piace assai la faccia nuova del centro storico di Napoli, ma le periferie tengono tutte la stessa brutta faccia di sempre. E quella faccia là è pure la mia, che di salotti buoni me ne sono sempre fregata abbastanza, se poi dovevo tornare a dormire nelle stanze da letto sgarrupate.

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15 risposte a La rivoluzione mancata di De Magistris

  1. marietto ha detto:

    ti leggo sempre.

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  2. Danffi ha detto:

    Cara Rita, io non abito a Scampia. Abito al centro. Abitavo all’arenella.

    Capisco la tua frustrazione. E, credimi, scrivere per difendere un sindaco è per me destabizzante. Infatti non è quello che farò. Perchè sappiamo entrambe quanto il sindaco sia tendente a cedere all’immagine, e tu lo dici in modo elegante. Io dico che è un chiachiello.

    Ma quando tutti i giorni vedo ragazze e ragazzi che da Scampia in metro possono invadere le zone ‘bene’ e godere del mare penso che quella sia un’axione di riappropriazione. Quasi rivoluzionaria.

    Più politicamente, penso che non bisogna delegare a un sindaco in toto la conduzione di una città. Lasciamo che il sindaco faccia il chichiello e firmi per il Rojava. Teniamoci e lottiamo per la possibilitá di riconoscere l’occupazione spazi sociali e abitativi comunali, per fare un esempio.
    E poi i fascisti a via foria ci sono sempre stati. Continuiamo, come fate, a cacciarli nelle fogne a togliergli spazio. È un’azione collettiva. Nessun sindaco può farlo.

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    • errecinque ha detto:

      Guarda, io sono in parte d’accordo con te. Quello che però non mi va giù è sentirmi dimenticata da dio e dal mondo. È bello invadere le zone bene e godere del mare, ma se poi quando torno a casa sto sempre qua la frustrazione mi resta. È bello che la cittadinanza sia protagonista del cambiamento, ma questo non può esentare il sindaco dal suo ruolo effettivo. A Scampia, a Pianura come a Soccavo, ci stanno un sacco di esperienze bellissime che hanno un sacco di valore per me, ma il fatto che ci siano è indice pure del fatto che se certe cose non le facevano quelli che hanno deciso di farle, mancavano ancora. E questo, in una valutazione politica, va detto.

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  3. Stefano Dall'Agata ha detto:

    E’ un Sindaco, un bravo Sindaco, mica Dio.

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  4. swann matassa ha detto:

    ma non c’è da anni il progetto di aprire un polo universitario a scampia? doveva servire anche da trampolino per stimolare la crescita, per aprire la strada a nuove iniziative. mi informerò di che fine abbia fatto.
    (certo il discorso sulle periferie in generale non cambia, ma intanto il progetto per scampia mi pareva, sulla carta, positivo)

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  5. Cara Rita, parlavo qualche giorno fa con uno di quegli operai che, per conto di SKY, allestiscono i set di Gomorra. Mi ha parlato anche lui di una produzione che, con mezzi economici faraonici, grazie al successo della serie e all’enorme apporto di sponsor, fa e disfa (per esigenze di copione e story board) palazzi, vie, giardini e abitazioni, che lascia a volte meglio di come li ha trovati, con buona pace degli abitanti. Ma non si possono paragonare operazioni di facciata con una seria programmazione politico-amministrativa di una città come Napoli. Tuttavia per certi versi le due cose si assomigliano sempre di più. Anche la politica crea, e tu lo sottolinei, solo interventi di marketing politico. Operazioni di facciata nei salotti buoni, mentre le altre stanze rimangono sgabuzzini oppure soggiorni dove la polvere viene accuratamente nascosta sotto i tappeti. Tanto di più e di meglio si poteva e doveva fare in questi ultimi 5 anni, Senza clamori ma con la sostanza di chi fa le scelte giuste e adeguate alle esigenze di questa meravigliosa città. Grazie

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  6. loscalzo1979 ha detto:

    Articolo molto interessante.
    Non ho molta stima sul De Magistris politico (ennesimo magistrato prestato alla politica salvo poi restarci, favorito dall’IDV di Di Pietro, che ha prodotto robe come Scilipoti e Razzi), sul De Magistris uomo e sindaco devo dire che ha fatto qualche cosa di buono, molte promesse (non tutte mantenute), poche cose veramente disdicevoli.
    Non credo negli uomini della provvidenza, credo nelle persone che fanno i fatti e scontentano categorie e privilegiati a favore della moltitudine.
    De Magistris non ha fatto la rivoluzione, ma qualche sassolino forse a Napoli l’ha lanciato.
    Vi auguro riusciate a farla davvero prima o poi, meritate la vera rinascita

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  7. Vix ha detto:

    Ciao Rita, purtroppo trattare di una città come Napoli senza risultare banali o campanilisti è difficile, ma ogni volta che leggo qualcosa di tuo ritrovo quell’attaccamento sentimentale che ha un adolescente al suo giocattolo d’infanzia rotto ed usurato dal tempo. Napoli ed i napoletani hanno fatto tanto negli ultimi cinque anni, ma c’è ancora molto da fare, rivoluzionare una mentalità di facciata che lascia che le strade siano asfaltate a metà, che lascia i cittadini piangersi addosso invece di imbracciare le zappe e aggiustare i giardini, attivare un po’ di quella coscienza civica che tutti in Italia, chi più, chi meno, abbiamo perso. Perché a furia di toppe alla fine il tessuto non regge più, c’è bisogno di cambiare stoffa.

    Ti abbraccio e ti saluto,
    Valeria

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  8. flapane ha detto:

    “Ecco, qua pare che i cinque anni di cui sopra non siano passati. Da noi il tempo è fermo, cristallizzato da chissà quanto tempo. Il mio quartiere è lo stesso da quando me lo ricordo, non c’è nulla che sia variato nel tempo.”
    (premetto di essere colpevolmente arrivato a questo punto e di non riuscire a trattenere la voglia di scrivere, prima di terminare la lettura del tuo post)

    Credimi, potresti applicare questa frase anche ad un qualunque quartiere della periferia Est o Ovest (che non vede più la fine di un crollo socio economico iniziato lentamente, con la chiusura dell’Italsider, ed accelerato negli ultimi 10/15 anni), cambierebbe nulla.
    Per dare una svegliata, ad Ovest, non sono bastati neanche i tentati omicidi degli ultimi mesi, i bossoli lasciati a terra di notte come “segnale di avvertimento”, i concerti neomelodici organizzati all’insaputa apparente di tutti negli ultimi anni, i botti sparati quasi ogni notte, le folli corse in T-Max 18 ore al giorno per pattugliare il territorio, i Cayenne, i SUV con targa bulgara e le Mini che fanno avanti e indietro sempre sulle stesse strade, le facce da galera fuori le tante ricevitorie.
    Il tempo è davvero cristallizzato, un po’ come i rifiuti ingombranti, a bordo strada, a cui qualche “uccellino” (indovina) strappa regolarmente il foglio col numero per il ritiro dell’ASIA, facendoli rimanere lì per settimane o più, frustrando i cittadini onesti.

    Eppure, per quanto DM sia il Sindaco più genuinamente onesto e “tosto” da qualche decennio a questa parte, e per quanto non tolleri certi suoi modi di fare populisti, non me la sento, in questo specifico caso, di dargli il grosso della colpa.
    Posso contestargli di aver sparato percentuali di raccolta differenziata random in campagna elettorale, di parlare a caso di mobilità ciclabile senza probabilmente sapere cosa sia (come, del resto, nessun politico italiano).
    Ma, senza l’aiuto dello Stato, senza la *volontà* dello Stato, senza un piano d’azione e tanti, tanti soldi, difficilmente potranno essere risolti problemi così gravi come quelli delle periferie, o di una Forcella.
    Non potranno essere risolti con una giovane vigilessa con la coda di cavallo e l’iPhone perennemente in mano, che al più può fare lo “struscio” fra lungomare e Via Toledo, per fare non si sa bene cosa.
    Non potranno essere risolti con ordinanze comunali, protocolli d’intesa, divieti ed altre amenità che rimarranno solo su carta.
    Non potranno essere risolti graffitando il ponte della metropolitana di Chiaiano, o pitturando una pensilina, che sarà prontalmente distrutta il giorno dopo in maniera scientifica.
    I Sindaci hanno oggettivamente poco, se non alcun potere in materia. Non è possibile applicare la “teoria della finestra rotta” di Giuliani, senza avere anche il controllo delle forze dell’ordine.
    Se, a ciò, si aggiungono le continue richieste del Prefetto di turno per ricevere più uomini, senza che sul territorio si noti alcun riscontro positivo…

    E’stata fatta una precisa scelta politica: Napoli era un cadavere uscente dalla crisi rifiuti, turisticamente e mediaticamente a pezzi, con un marchio d’infamia che ancora oggi fatica a scrollarsi di dosso (specie dopo le immagini della CNN e della BBC, ai tempi della guerriglia urbana a Pianura e delle cataste di rifiuti in centro).
    Si è privilegiata principalmente la zona turistica, cercando di dargli un minimo di dignità, ed effettuare un’operazione di pulizia “mediatica”. Basti vedere la quantità abnorme di FdO che girano nella sola zona di Via Toledo.
    Nel frattempo, si è cercato di presentare un piano di rientro valido, che sta effettivamente dando i suoi frutti, col debito che pare rientrerà prima dei 10 anni previsti, ponendo le basi per nuovi investimenti e nuove assunzioni (magari dando una svecchiata in settori vecchi e sporchi).

    Non sono in grado di dire quanto ci sia di sbagliato e quanto di giusto in certe scelte. Quel che è certo è che un Comune, se lasciato solo, non ha e non avrà mai alcuna possibilità di risolvere problemi così gravi e radicati, come quelli di una Scampia, di una Ponticelli o di un Rione Traiano.
    Si sta scontando mezzo secolo di disattenzione e malafede, che non può essere cancellato con un colpo di spugna e quattro spiccioli. Insomma, non vorrei essere nei panni di un Sindaco di Napoli.

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  9. Mauro Napoli ha detto:

    Giusto per ricordarlo Napoli è divisa per municipalità che sono governate da consiglieri e assessori e non da De magistris. se scampia è cosi da decenni vallo a chiedere ai consiglieri e assessori che oltre mangiarsi lo stipendio non fanno nulla, vallo a chiedere alla regione per i trasporti, vallo a chiedere allo stato che non da più soldi. De magistris è il Sindaco di Napoli non il pateterno o governa tutta la campania. Dovete fare il distinguo sulle cose, ha tanti meriti tantissimi, ma anche demeriti, ma chi dice che napoli e come nel 2011 con 1 miliardo e mezzo di debiti, spazzatura e l resto è in cattiva fede.

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